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Presso due stabilimenti che producono concimi e ammendanti
Presso le Ditte Organazoto Fertilizzanti SpA di Ponte a Egola – San Miniato - ed Ideaverde Srl di Santa Croce S/A si producono concimi organici, ammendanti, concimi organo-minerali mediante il recupero e riutilizzo di residui di attività conciaria (vedi ARPATnews 189-12) costituiti principalmente da polveri, rasatura, scarti e rifilatura di pellami, prevalentemente semilavorati, conciati sia al cromo che al vegetale, evitandone così il conferimento in discarica. Tali rifiuti sono classificati con i codici CER 040108, 040109, 040199 [1].
Tali concimi si ottengono da un trattamento termico in pressione (idrolisi) dei sottoprodotti della lavorazione delle pelli, che consente di ottenere prodotti[2] omogenei ed esenti da microflora patogena, e di trovare impiego anche in agricoltura biologica, per colture di cereali, riso, agrumi, vitigni, ulivi, ecc.
Negli altri distretti conciari presenti all’interno della UE le modalità di recupero di tali rifiuti sono variabili[3], e prevedono ad esempio l’incenerimento finalizzato alla produzione di energia (Francia, Svezia), l’ottenimento di prodotti per l’agricoltura (Polonia), pannelli di cuoio in fibra (Germania), ecc..
L’attività degli stabilimenti Organazoto Fertilizzanti SpA di Ponte a Egola – San Miniato - ed Ideaverde Srl di Santa Croce S/A rientra nella classe di attività IPPC 4.3 “Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o potassio (fertilizzanti semplici o composti)”, ai sensi della vigente normativa[4]. La Provincia di Pisa, in qualità di Autorità competente, ha rilasciato le Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.) nel 2011[5].
Nel corso della precedente fase istruttoria a cui ARPAT partecipò, furono prese in considerazione le Migliori Tecniche Disponibili (MTD o BAT) riportate sui documenti di riferimento (BREF di settore)[6] elaborati a livello europeo.
Descrizione stabilimenti Organazoto Fertilizzanti ed Ideaverde
Negli stabilimenti Organozoto Fertilizzanti SpA di Ponte a Egola - San Miniato ed Ideaverde Srl di Santa Croce S/A si producono concimi a partire da un trattamento termico di cottura (idrolisi) con vapore all'interno di autoclavi sferiche. La linea di produzione del concime idrolizzato prevede le seguenti fasi:
Zone stoccaggio rasatura presso Ideaverde e Organazoto
Presso Organazoto sono presenti anche altre due linee di produzione, riguardanti il concime pellettizzato ed il concime azotato cornunghia. Quest'ultima prevede l'utilizzo anche di Sottoprodotti di Origine Animale (SOA), quali corna e zoccoli interi soggetti alla disciplina del Regolamento CE 1069/2009[8], che ha abrogato il precedente Regolamento CE 1774/20021.
Si riporta di seguito un elenco delle fasi principali di entrambe:
Linea produzione concime azotato cornunghia
Va segnalato anche che presso lo stabilimento della Ditta Consorzio SGS di Santa Croce S/A, oltre all’attività principale di recupero del carniccio prodotto nelle concerie (oggetto di un prossimo articolo) finalizzata sempre alla produzione di fertilizzanti, si effettua anche un processo di idrolisi delle rasature per via chimica e non termica, allo scopo di ottenere fertilizzanti.
L’attività delle tre aziende Organazoto, Ideaverde, Consorzio SGS consente quindi di gestire in loco la filiera di recupero delle rasature prodotte nel Distretto toscano. Negli anni scorsi la Ditta Corcosol Srl che effettuava un recupero analogo presso il Distretto conciario campano ha chiuso, per cui dal 2011 sono stato conferite presso Ideaverde, poco meno di 3400 tonnellate di rasatura provenienti da Solofra (AV).
Attività di supporto tecnico e controllo di ARPAT
Nel corso del 2012 il personale ARPAT ha effettuato 4 sopralluoghi presso gli stabilimenti Organazoto e Ideaverde per tutte le matrici ambientali, accertando contestualmente l’ottemperanza alle prescrizioni contenute negli Atti autorizzativi3. Tra queste rientravano:
Riguardo all’ultimo punto, merita sottolineare che i controlli sugli impatti degli impianti di trattamento dei rifiuti e/o delle attività produttive non possono prescindere da un'analisi relativa anche alle matrici Suolo e sottosuolo, in particolare per quanto riguarda gli eventuali impatti sulle Acque sotterranee. Anche in presenza di substrati a bassa permeabilità e di idonei presidi di contenimento di materie prime e reflui dell'attività industriale, la diffusione di contaminanti nel sottosuolo, attraverso tale matrice, può avere impatti anche considerevoli sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee. Basti pensare che il 73 % dell'acqua distribuita in Toscana dalla rete acquedottistica, viene prelevata da pozzi e sorgenti.
E' in questo contesto che, tra le prescrizioni imposte in sede di rilascio AIA, ARPAT normalmente richiede l'installazione di almeno due piezometri di monitoraggio della falda freatica, situati a monte ed a valle dell’insediamento, onde valutarne l’eventuale impatto sulla stessa. I campionamenti richiesti sono effettuati con cadenza semestrale, monitorando le sostanze chimiche utilizzate o prodotte nel processo industriale.
Eventuali anomalie che dovessero essere riscontrate durante il monitoraggio, costituiscono oggetto di valutazione con eventuale attivazione di idonei interventi di contenimento. In ragione delle dinamiche di diffusione dei contaminanti nella matrice Acque sotterranee, questo tipo di controllo consente quindi di intervenire precocemente su contaminazioni localizzate, prima che queste possano diffondersi e generare contaminazioni diffuse, sulle quali risulterebbe poi impossibile intervenire efficacemente per la loro rimozione.
Nella tabella sottostante si riportano i risultati delle analisi all’emissione E2 di Organazoto (depressurizzazione sfere idrolisi e forno essiccazione idrolizzato) effettuate nel corso del 2011, unitamente ai valori limite previsti nell’Atto autorizzativo5 e nei BREF6:
Testo a cura di Andrea Villani e Fabrizio Franceschini
[1] 040108: scarti, ritagli, cascami, rifilature e polveri di pellami conciati contenenti cromo
040109: scarti, ritagli, cascami, rifilature e polveri di pellami conciati non contenenti cromo
040199: rasature e ritagli di pellami conciati non specificati altrimenti
[2] Un esempio di analisi media del concime ottenuto è la seguente: umidità = 6,7%, carbonio organico (C) = 41,1%, azoto organico (N) = 11,2 %, P2O5 = 1200 ppm, CaO = 1,6 %, MgO = 0,3 %, Na = 3,48 %, Fe = 0,2%, Crtrivalente = 2,5 % (Cresavalente assente), ecc.
[3] Fonte da final report (June 2006) Inspectan “Environmental inspection guidelines for the tanning industry – basic principles for potential understanding threats caused by the tanning industry”.
[4] Allegato VIII della parte seconda del D. Lgs. 152/2006 (D. Lgs. 128/2010)
[5] Determinazioni Dirigenziali nr. 4192 del 3.10.2011 “Autorizzazione Integrata Ambientale DLgs 1522006 impianto chimico produzione fertilizzanti Codice IPPC 4.3 Comune di San Miniato. Gestore Organazoto Fertilizzanti spa” e nr. 3559 del 16.08.2011 “Impianto produzione fertilizzanti Ditta Idea Verde. Aggiornamento AIA provvisoria, approvazione del PmeC”
[6] (disponibili su http://eippcb.jrc.es/reference/)
- Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage (July 2006).
- Reference Document on Best Available Techniques for the manufacture of Large Volume Inorganic Chemicals - Ammonia, Acids and Fertilisers (August 2007).
- Reference Document on Best Available Techniques for the Tanning of Hides and Skins (February 2003).
- Reference Document on Best Available Techniques to Industrial Cooling Systems (December 2001).
[7] La sterilizzazione si ottiene attraverso il mantenimento all’interno dell’autoclave ad una temperatura di oltre 133°C ed una pressione di oltre 3 bar, per un tempo superiore a 20 minuti
[8] Reg. (CE) 21-10-2009 n. 1069/2009 “Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002 (regolamento sui Sottoprodotti di Origine Animale)”
[9] Trattasi di un sensore di pressione differenziale che misura la perdita di carico tra prima e dopo il filtro e provoca ad una data soglia impostata in automatico (es. 250 mmH2O), corrispondente ad un certo grado di sporcamento delle maniche del filtro, il soffiaggio con aria compressa delle stesse in senso inverso al flusso dell’aria da depurare, determinandone la pulizia
- DPGRT nr. 14/R/04 (allegato 1, punto 4),
- par. 7 del DCRT nr. 385/99 "Piano di gestione dei rifiuti. Approvazione secondo stralcio relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi”
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